Buono scuola solo per i ricchi

Da quest'anno la Regione Lombardia ha deciso che la “dote scuola” per i bambini iscritti alle scuole elementari statali non esiste più; il “buono scuola, invece, continuerà ad esistere, ma soltanto per gli iscritti alle scuole paritarie con ISEE inferiore o uguale a 38.000 euro.

Disparità dunque, l'ennesima, tra scuola pubblica e privata (perchè le paritarie sono private, non nascondiamolo)! Ok è vero che la scuola statale fornisce già gratuitamente i libri di testo ma il buono scuola serve anche per acquistare materiale scolastico, cancelleria, libri estivi... sarebbe comunque un aiuto per le famiglie. 

Sottolineiamo inoltre che un ISEE di 38.000 euro, considerando una famiglia di 4 persone con un mutuo, si ottiene con un reddito complessivo lordo di oltre 80.000 euro, stiamo parlando di cifre intorno ai 5.000 euro al mese, cifre da benestanti se non ricchi in questo periodo. E' una vergogna!

3 commenti:

  1. L'indicatore ISEE, da quanto ne so io, tiene conto del reddito (è vero) ma anche del patrimonio. Faccio fatica a vedere una famiglia con un reddito di 80.000 euro senza alcun patrimonio (conti correnti, titoli, immobili di proprietà, fondi d'investimento, ecc.). Giusto per precisione: l'indicatore ISEE di 38.000 euro taglia fuori i ricchi ... ma anche chi proprio ricco non è! Questo senza nulla togliere al valore di dell'assunto per il quale la scuola "privata" non dovrebbe avere sovvenzioni (anche indirette) dal pubblico. Luca

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    1. Gentile Luca, il simulatore del calcolo ISEE presente sul sito dell'Inps smentisce quello che lei sostiene. Provi lei stesso, una famiglia di 4 persone con un reddito di 80.000 euro, un patrimonio mobiliare di 60.000 euro, un mutuo residuo di 150.000 euro, produce un ISEE di 37.000... non possiamo definire ricca, specialmente in tempo di crisi, una famiglia così? Considerando il solo patrimonio chi guadagna fino a 93.500 euro puo' richiedere il buono scuola... sono 7.800 euro lorde al mese!

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  2. Non mi risulta così semplice (se non barando) rientrare negli indicatori ISEE per una normale famiglia italiana. Calcoli alla mano. Ne sono sicuro! Così come sono sicuro che sia un passo avanti rifarsi a questi indicatori (in merito ai quali si stanno facendo moltissimi controlli: barare non è proprio agevole!) piuttosto che, come accadeva fino all'anno scorso, solo agli indicatori reddituali (che non guardavano alla ricchezza accumulata, per capirci, ma solo a quella generata nell'anno precedente). Aggiungo che mi sembra una campagna politica sbagliata (per quanto legittima) il guardare il dito (l'indicatore ISEE) e non la luna (la scuola pubblica che va a rotoli). E non per colpa della scuola privata (alternativa legittima!), ma per scelte politiche stratificate per decenni che hanno privilegiato l'immagine di "luogo di lavoro" invece che "ruolo educativo", che non hanno premiato il merito, che non hanno investito in strutture, ecc. ... tanto i bimbi non votano, e quando arriveranno all'età della ragione, più ignoranti saranno, "meglio" cercheranno di NON capire le ragioni delle scelte che stanno sopra di loro. Che bello sarebbe se la Politica (con la P maiuscola) inseguisse questi valori e non facili e velleitarie campagne che portano (è vero) a titoli sui giornali ma (è dimostrato) a nessun cambiamento reale. Utopia? Luca

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